Giovedì scorso, ho postato su
Instagram la foto di uno dei miei sgabelli di cucina e ho scritto che era giunto il momento di un cambio look, di un colore nuovo. Subito dopo aver postato la foto, mi sono messa all'opera (tant'è che verso sera ne avevo già terminato uno) e ho cominciato a carteggiarlo. Mano a mano che il colore del legno saltava fuori, ho capito che nessun colore sarebbe stato bello quanto il legno naturale così per questa volta ho deciso di mettere da parte il pennello e di concentrarmi sulla bellezza del legno.
Tante volte mi avete chiesto dove avessi comprato questa coppia di sgabelli. Li presi anni fa, in un mercatino dell'usato, facevano parte di una vecchia collezione di Ikea, ahimè non più in commercio. A proposito di Ikea, apro e chiudo una piccola parentesi per salutare il Signor Ikea, Ingvar Kamprad, che sabato scorso è mancato. L'imprenditore svedese aveva 91 anni, creò un impero da 38 miliardi di euro di fatturato. Il suo catalogo di mobili è il testo più letto al mondo dopo la bibbia.
Erano i primi anni di attività quando chiede ai designer di progettare componenti e non pezzi interi: occupano meno spazio, riducono le spese di trasporto e magazzino. Ricicla gli scarti di una lavorazione in nuovi prodotti e chiede ai clienti di montare i mobili da sé: "Tu fai la tua parte, noi facciamo la nostra e insieme risparmiamo". Battezza ogni pezzo con nomi femminili per le camere da letto e maschili per le cucine. I concorrenti sono colti di sorpresa dal nuovo marketing e dal suo successo tanto che si alleano per tenere Kamprad fuori dalle fiere del mobile. Ricattano i fornitori, se lavorate per lui, avete chiuso per noi. Lui risponde facendosi consegnare la merce di notte.
Andava in ufficio in metropolitana, faceva la spesa al mercato sotto casa, viaggiava in classe economica e non buttava via un foglio se non usato da entrambi i lati. Si faceva tagliare i capelli dalla moglie e quando dal bar della camera d'albergo prendeva una bevanda, la rimpiazzava con una comprata al supermercato: "Se pratico il lusso, non posso predicare il risparmio", diceva. Lo ricorderemo tutti per le sue idee innovative e l'impegno con cui dal niente, è riuscito a creare il colosso che è oggi Ikea. Fai buon viaggio Ingvar.
![]()
![]()
Tornando agli sgabelli, mi avete chiesto in tanti come avessi fatto a "pulirli" così bene dalla vecchia vernice. Da alcuni commenti, ho capito che c'è un po' di confusione tra lo sverniciare e il carteggiare così ho pensato di spiegarvi bene come ho fatto. Innanzi tutto, date un'occhiata alla foto qui sotto: ci sono tutti i prodotti e gli attrezzi che ho utilizzato: sverniciatore, "mini-carteggiatrice" (come la chiamo io), raschietto, carta a vetro, spatola, pennello, guanti e mascherina.
Partiamo dal primo sgabello. La lavorazione è leggermente differente solo perché il raschietto per il legno mi è arrivato con il corriere venerdì mattina, quindi l'ho potuto utilizzare solo per il secondo sgabello. Con la mini-carteggiatrice della Bosch (in realtà è un utensile multifunzione ed è davvero utile, vi consiglio l'acquisto), ho carteggiato l'intera parte inferiore. Non ho utilizzato nient'altro, solo quello. Alcuni di voi, si sono lamentati scrivendomi che il platorello su cui si mettono gli appositi triangoli velcrati, dopo un po' perde di aderenza e il triangolino non riesce più a stare attaccato. Anche a me è successo e se inizialmente ho cercato di arrangiarmi con dello scotch di carta (una cosa veramente da poco sani di mente), alla fine ho deciso di comprare un nuovo platorello. Quindi amici, non state in pena, non c'è bisogno di cambiare tutto l'utensile, acquistando questo
piccolo ricambio, troverete di nuovo la pace.
Per la parte superiore ho dovuto un po' tribolare, ma lo sverniciatore mi è venuto in soccorso. Allora, diciamo subito che tutti gli sverniciatori in commercio agiscono sugli strati di pittura, di vernice, di impregnante, di intonaco, di colla, di mastice (tranne quelli bicomponenti, in questo caso ci vogliono prodotti appositi) e non esistono sverniciatori indicati per pitture all'acqua e altri indicati per pitture sintetiche. Ne esistono di quelli specifici per legno e quelli per metallo, ma oggi si possono trovare sverniciatori che vanno bene per entrambe le superfici. Quello che ho utilizzato io ad esempio, può essere usato sia su metallo che su legno. Inoltre non ha odore (anche se lo si deve utilizzare a finestre spalancate, meglio ancora se all'aperto e con le dovute precauzioni) e non cola perché sembra gel.
![]()
Ho steso una mano di questo prodotto, lasciato agire qualche minuto (il tempo di posa è indicato su ogni confezione perché questo può cambiare da prodotto a prodotto) e non appena ho cominciato a vedere la pittura "friggere" e sollevarsi, con una spatola ho eliminato questa poltiglia. Ovviamente non dovete pensare che dopo aver passato una mano di sverniciatore, il legno compari come per magia. A volte si deve ripetere l'operazione e comunque, sempre, fatto questo si deve carteggiare. Dove ho potuto, mi sono aiutato con la carteggiatrice elettrica (quella in foto), ma per i tondini dello schienale, ho dovuto fare a mano. Pazienza e olio di gomito, serve solo questo a far tornare il legno splendente! :)
Il
raschietto, come vi dicevo, mi è arrivato solo l'indomani mattina, ma è stato amore a prima vista o meglio, al primo utilizzo. Perché non l'ho comprato prima, perché? È veramente fantastico, funziona su legno e metallo e mi ha semplificato la vita evitandomi di passare lo verniciatore sulla parte superiore dello sgabello. Beh, a parte sui soliti tondini dello schienale, troppo piccoli e vicini perché questo attrezzo riesca a passare comodamente.
Giusto perché sono una precisina e quando voglio fare una cosa fatta bene, vado a cercare anche il pelo nell'uovo, ho deciso di passare un'ulteriore passata con carta a vetro del 100 (a mano), per eliminare qualche macchia che girando e rigirando lo sgabello per terra, è saltata fuori. Dopo di che ho passato una mano di cera bianca. Perché bianca? Perché anche la cera neutra più neutra al mondo, mi avrebbe scurito leggermente il legno (avevo infatti provato su una piccola parte, ma l'ho dovuta subito eliminare). Per cui la cera bianca è quella che vi consiglio di utilizzare se avete un legno così chiaro e volete che rimanga di quel colore.
Dopo due giorni passati a sverniciare e a carteggiare (ho lavorato in casa perché fuori pioveva e non vi dico quanta polvere ho tolto sabato mattina, ma sono felice perché sono già a posto con le pulizie di primavera) posso dire di essere molto soddisfatta del risultato ottenuto. Mi sembra quasi che ci sia più luce in casa. Non che prima gli sgabelli fossero così scuri, eppure, ho l'impressione che sia tutto più luminoso. Avevo voglia di riportare alla luce l'aspetto vissuto del legno, i suoi nodi e il suo colore originale. Ora che l'ho fatto sono pronta per una nuova avventura e proprio di avventura si tratta. Sto lavorando assieme a Gigi a un nuovo progetto, sono elettrizzata, anzi lo siamo entrambi e non vedo l'ora di parlarvene. A presto! :)
Photo by Sarah Tognetti